Opere idrauliche
A partire dal XIV secolo le opere idrauliche realizzate per proteggere Venezia e la sua laguna dall’avanzata degli acquitrini, hanno interrotto le comunicazioni acquee naturali tra la terraferma e la laguna. Per questo esistevano opere artificiali non lontane dal sito di Sant’Ilario, quali la ‘Cava Nova’ (a nord) o il ‘Brenta in Resta de Aio’ (a sud), che convogliavano le acque del Brenta, percorrendo e sbarrando il margine lagunare…e… determinando così la perdita definitiva dei percorsi più antichi, compresi quelli che conducevano anticamente alle bocche di porto. La rapida trasformazione del paesaggio e l’interramento dei corsi d’acqua han fatto si che nelle fonti scritte e nella cartografia storica si moltiplicassero idronimi identici (ad es. Fiume aterà, Brenta aterà, letteralmente ‘interrato’), rendendo a noi oggi più difficile l’interpretazione! Grazie alla nota MAPPA VALIER, datata 1540 e disegnata da Nicolò Dal Cortivo su di una carta più antica riprodotta dalla famiglia Valier in occasione di una lite giudiziaria contro il monastero di Sant’Ilario, è però possibile riconoscere il reticolo idrografico antico. Pur in assenza di precisione geometrica Nicolò ha saputo distinguere con colori diversi i corsi d’acqua in attività da quelli orami interrati. La coloratissima mappa è conservata all’Archivio di Stato di Venezia!